4) “Sai, forse ci siamo liberati di quella noiosa questione di Villa d’Este”
A pronunciare questa frase è Antonio di San Giuliano, ministro degli Esteri dello Stato Italiano, e la persona dall’altra parte del telefono è il suo Presidente del Consiglio, Antonio Salandra. Siamo nel 1914.
“Come mai?” – rispose Salandra.
“Stamattina a Sarajevo hanno assassinato l’arciduca Francesco Ferdinando”.
L’evento che avrebbe portato di lì a pochi giorni all’inizio della Prima Guerra Mondiale fu comunicato al Presidente del Consiglio italiano in questo modo. Parlando di Villa d’Este.
La noiosa questione di Villa d’Este
Ma perché il ministro degli Esteri italiano parla di “noiosa questione di Villa d’Este”?
Villa d’Este, a quel tempo, apparteneva alla famiglia degli Asburgo.
Abbiamo visto, nelle pagine precedenti, che apparteneva a questa nobile famiglia imperiale già quando il cardinale Von Hohenlohe decise di abitarci. Lo Stato Italiano aveva provato più volte a riprenderne il possesso, anche grazie all’intermediazione dello stesso cardinale bavarese, ma non ci fu nulla da fare. Le richieste asburgiche erano troppo alte. La cifra richiesta corrisponderebbe ai 7 milioni di euro di oggi.
Una somma giudicata troppo alta, visto che il governo italiano considerava già suo quel patrimonio.
Un’occasione da non lasciarsi sfuggire
Il proprietario di Villa d’Este, quindi, era proprio l’arciduca Francesco Ferdinando, assassinato quel giorno.
La sua morte aumentava le possibilità dello Stato Italiano di rientrare in possesso della proprietà della Villa, considerando il fatto che l’arciduca morì senza lasciare eredi.
E fu così. Ma non senza costi.
Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò ufficialmente guerra all’Austria-Ungheria.
Da quel giorno l’Impero proprietario di Villa d’Este divenne una nazione ostile. Questo permise all’Italia e, in particolare, al Sindaco di Tivoli di prendere il possesso della Villa rinascimentale.
